Osservatorio Antiplagio: La ragazza trovata morta a La Salle (Aosta), in una chiesetta abbandonata, potrebbe essere stata consenziente.

La morte della ragazza francese in una chiesa diroccata di La Salle (Aosta) potrebbe essere legata ad una cosiddetta 'profezia auto-realizzatrice', a sua volta associata al simbolo biblico del capro espiatorio. La dinamica del decesso in oggetto, dunque, non sarebbe quella di un rito satanico, come potrebbe pensare erroneamente chi accomuna i lineamenti del caprone a quelli del demonio, ma di una tradizione esoterico-religiosa che riguarda l'espiazione di una colpa, riconosciuta e ammessa dalla stessa vittima. In sostanza potrebbe trattarsi di una fine voluta o, peggio, consenziente. Di fatto un sedicente colpevole, dopo che il fantomatico 'peccato' di cui si sarebbe macchiato viene assodato e confessato al (o nel) gruppo di cui fa parte (grande o piccolo non ha rilevanza), assegna a sé il ruolo di responsabile o capro espiatorio, accettando di voler pagare in solitudine tutte le conseguenze della propria condotta: a danno di un familiare, un amico, un partner, ecc. Nella delirante 'cultura' dark, pertanto, può diventare una forma estrema di autolesionismo, non sempre calcolata, né premeditata, esercitata insieme a terzi per vincere la paura, oltre che sostenuta dal consumo di droghe. Apparentemente non sembrano esserci collegamenti tra l'usanza religiosa e la perversione dark citata, tranne il luogo di culto (da non sottovalutare) in cui è stata ritrovata la ragazza, ma i risvolti sono i medesimi: procurarsi del male fisico per liberarsi da un peso. Nonostante nell'Antico Testamento (Levitico) il capro espiatorio sia considerato un preludio all'auto-sacrificio di Gesù, nel Nuovo Testamento non viene usato per rappresentare la passione del Cristo, ben decifrabile per i credenti. Ciò avvalorerebbe, dunque, i possibili risvolti esoterici di quanto accaduto a La Salle; tanto più che la morte della ragazza non è avvenuta in un ambiente casuale, ma in un antico luogo sacro: quasi a voler scimmiottare un cerimoniale o, nella migliore delle ipotesi, a voler trovare protezione e rifugio. Le indagini degli investigatori dovrebbero andare anche in questa direzione.
 

Osservatorio Antiplagio invita le Chiese "cristiane"
ad intervenire su possessioni diaboliche, esorcismi, ecc.

Quanto accaduto ad Altavilla Milicia, dove una madre e due suoi figli sono stati uccisi dal padre e dalla sorella per essere liberati (a loro dire) dal demonio, è la riprova che a volte la fede e la superstizione hanno un confine labilissimo: un po' le separa e le distingue, un po' no. Ed è la dimostrazione che spesso la Chiese "cristiane" (virgolette inevitabili) alimentano la superstizione a discapito della fede, coinvolgendo, suggestionando e, soprattutto, confondendo i credenti. Tutto nasce da un antico indottrinamento che prende spunto, erroneamente, dai Vangeli e che purtroppo si protrae da secoli. In nessun episodio biblico infatti – né del Vecchio, né del Nuovo Testamento – sono presenti casi di possessione diabolica e/o esorcismi come vengono intesi oggi da molti presbiteri e da molti proseliti e come sono rappresentati dalla cinematografia, dai romanzi e dalla saggistica per fini commerciali. Le confessioni religiose "cristiane" nei secoli andati, in assenza di conoscenze mediche, accolsero e alimentarono alla lettera la credenza nel demonio vessatore, sviluppando attraverso la pratica degli esorcismi una psicoterapia surrogata, controllata dai rispettivi pastori: più o meno incaricati dall'alto. Ma in epoca moderna e contemporanea le stesse confessioni non si sono minimamente preoccupate di rendere edotti ed informati i credenti e le comunità religiose sulle esegesi aggiornate e sugli studi ed approfondimenti scientifici, riguardo le malattie mentali, le sostanze stupefacenti e dipendenze discriminatorie di diversa natura. Una delle conseguenze è proprio quella a cui abbiamo assistito ad Altavilla Milicia, dove l'educazione alla fede è stata soppiantata dall'ambiguità, dalla superstizione e da una forma di fanatismo cruento ed incontrollabile che si è impossessato (questo sì) di menti deboli manipolate. In sintesi: gli effetti negativi del possibile fraintendimento su esorcismi e possessioni hanno superato, di gran lunga, i discutibili risvolti positivi. La stessa cosa succedeva in passato, per esempio, con le donne-streghe: messe al bando e al rogo poiché accusate ingiustamente di avere rapporti carnali con il demonio. Accadeva perfino con gli animali. Un primo elemento evangelico sospetto che chiarisce a cosa si riferisse Gesù quando parlava del suo avversario, cioè di Satana, è l'appellativo identico assegnato sia all'apostolo Pietro che a Giuda iscariota: definiti entrambi, appunto, "satana". Il che non vuol dire che fossero posseduti, ma "avversi" alla Parola del Cristo. Ciò, oltretutto, spiega la differenza tra anticristiano ed anticristo, con quest'ultimo rappresentato sempre – senza motivo – da un diavolo. È noto invece il plausibile riferimento apocalittico del 666 non all'Anticristo, personaggio di fantasia, bensì all'ottavo imperatore romano (Domiziano) che perseguitava i cristiani: ergo anticristiano. Il secondo e non ultimo elemento che dovrebbe indurre alla riflessione è l'oggetto delle liberazioni volute da Gesù, ovvero: l'affrancamento dalla falsa dottrina degli scribi e dei farisei, insieme alle più alienanti ideologie ed al fondamentalismo religioso, che rendevano (e rendono) schiavi. È palese, quindi, che possedere fisicamente un individuo non è contemplato nelle Sacre scritture; anche perché il fatto che il demonio si impadronisca del corpo di una persona e le faccia compiere gesti autolesionistici o pericolosi per il prossimo, come accade di consueto, rivela una contraddizione escatologica. Impossessarsi concretamente di un essere umano, infatti, deresponsabilizza la vittima da qualsiasi azione inconsulta violenta, vanificando la finalità del demonio, che vorrebbe condurre alla dannazione eterna l'incolpevole bersaglio di turno. Se d'ora in poi l'insegnamento e il chiarimento, da parte delle Chiese "cristiane" non dovessero andare in tale direzione, aspettiamoci ulteriori drammi (come la carneficina avvenuta in provincia di Palermo e come, purtroppo, si è verificato spesso in passato). Senza dimenticare che il facile transito dal demonismo al satanismo è un'altra sciagura sottovalutata della nostra epoca. Le autorità ecclesiastiche, pertanto, interrompano il loro silenzio, intervengano contro le possessioni diaboliche e ne definiscano una volta per tutte l'inconsistenza – più in linea con l'ermeneutica delle Sacre scritture che con una tradizione oramai superata – per impedire che la superstizione e il fanatismo continuino a sovrapporsi alla fede e ad avere la meglio su di essa e che qualche santone spregiudicato ne approfitti. Non si possono e non si devono abbandonare i credenti alla creduloneria ed all'ingenuità o, peggio, alla rassegnazione ed alla fatalità. Così la religione diventa un cappio al collo che disgiunge la razionalità dal materialismo, l'anima dalla carne.
Prof. Giovanni Panunzio, coord. naz. Osservatorio Antiplagio, insegnante di Religione – 18/02/2024
 

Osservatorio Antiplagio chiede alla magistratura
di indagare per favoreggiamento chi amministra i social


La copia integrale del nostro esposto pubblicata dall'Agenzia giornalistica Opinione il 19/1/24 e riportata pure qui.


Anche negli USA i social sono considerati un vero e proprio pericolo, specie per la salute dei giovani (cliccate sulle foto).


Al di là delle possibili responsabilità degli amministratori dei social, in Italia è stata avanzata qualche proposta di legge contro l'anonimato online; ma si è rivelata inutile. Inutile perché, per evitare i troll e gli account in incognito, obbligherebbe i fornitori dei servizi-social a chiedere, al momento della registrazione di un utente, i suoi dati anagrafici e il codice fiscale (con tanto di fotocopia da inviare digitalmente). Per bypassare la richiesta, chiunque però potrebbe aggirare il blocco italiano, connettendosi attraverso un altro Paese (tramite vpn). L'unico modo per verificare l'identità di un iscritto sarebbe, invece, l'autenticazione con lo Spid (Sistema pubblico di identità digitale). Nell'eventualità dovrebbero essere le aziende di telefonia mobile e fissa, alla fonte del collegamento ad internet, a richiedere ai clienti le credenziali per l'accesso. L'obiezione che
"chi naviga da altri Paesi potrebbe comunque creare un profilo falso" è un alibi per non voler prendere le dovute contromisure: con lo Spid sarebbero molti di meno infatti, almeno in Italia, i giovani in pericolo; e verrebbero quasi azzerati i minorenni che vogliono iscriversi ai social, o scorrazzare online senza alcun controllo. Se la patente per guidare un'automobile può essere conseguita non prima dei 18 anni, perché non istituire una patente per circolare nel web? Qui i danni sono maggiori, rispetto a quelli su strada! La seconda obiezione, più pretestuosa della prima, riguarderebbe "l'impossibilità di navigare". È pretestuosa perché con lo Spid a nessuno verrebbe impedito di accedere ad internet, a meno che non abbia qualcosa da nascondere. In una nazione civile, le dipendenze psicologiche (e non solo), quando possono essere limitate, devono essere arginate. La salute, in particolare quella dei giovani, viene prima di ogni interesse economico e di ogni pseudo-libertà.


Il comico e satirista Daniele Luttazzi ha scritto:


(fonte Il Fatto Quotidiano)

Forse ora tutto è un po' più chiaro.

 

 

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